Sinistro mortale per investimento da bicicletta – profili di danno

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Risarcimento del danno

Un pedone veniva investito sulle strisce pedonali da un ciclista passato con il semaforo rosso. Purtroppo il sinistro aveva un esito mortale. Lo Studio, in nome e per conto degli eredi del defunto dai quali era stato incaricato, avviava, parallelamente al procedimento penale, la causa civile a carico del ciclista.
In particolare, nell’ambito della suddetta causa, veniva posta specifica attenzione – al fine di formulare una corretta richiesta risarcitoria – ai diversi profili di danno configurabili nella fattispecie, quali, da una parte, il c.d. danno da perdita del rapporto parentale (ossia il pregiudizio subito dagli eredi iure proprio); dall’altra, gli ulteriori danni patiti dalla vittima, il cui risarcimento, tuttavia, può essere richiesto dagli eredi iure hereditatis (cioè per diritto di eredità): si tratta del danno biologico terminale (danno sofferto da colui che, sopravvissuto per un certo lasso di tempo ad un evento poi rivelatosi mortale, abbia, in tale periodo, patito una lesione della propria integrità psico-fisica autonomamente considerabile come danno biologico), il danno morale terminale (la sofferenza psichica patita dal soggetto a causa delle lesioni riportate, nel periodo di tempo compreso tra l’evento che le ha provocate e la morte), e, secondo una isolata giurisprudenza, il danno tanatologico (danno connesso alla perdita della vita, in sé rilevante).

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